Yung Belial presenta il video del suo primo singolo "Spine"
Nella musica del giovane rapper la profondità dei testi e potenza del beat si fondono in atmosfere oscure e sonorità del tutto nuove, ricercate e personali.
Scenari post industriali. Freddi. Il non luogo in cui è stato girato il video di "Spine", regia e montaggio di Giovanni Riviera uscito ieri sul canale youtube "TRASH", è la scelta perfetta per le sonorità violente, viscerali e taglienti che lo costituiscono. Yung Belial si coniuga al futuro con la sua musica piazzandosi in una scena del tutto nuova in Italia. Un alchimia tra l'aggressività del genere metal, le ritmiche tipiche della Trap e la profondità della parola, riconducibile ad artisti come Salmo e Noyz Narcos, fonte di ispirazione per l'artista bresciano.
Artista è sinonimo di creatività, novità e passione. E’ colui che riesce a trovare le chiavi per trasmettere quello che accade nella propria testa al pubblico, trasportandolo in altri mondi e al contempo renderlo consapevole del mondo contemporaneo. Stai per portare un genere del tutto nuovo in Italia: una fusione tra l'aggressività metal e la Trap. Attraverso quale processo sei riuscito a trovare te stesso in un genere così “distante”?
La musica è la trasposizione sonora della mente dell’artista.
Essendo il mio Background musicale metal, ho dovuto coniugare il sentimento e l’aggressività presenti sia nel tipo di musica che ho sempre amato che in me stesso.
Non ero intenzionato a produrre un brano in cui si affrontano tematiche solamente legate ai soldi, i vestiti e alla criminalità volendo attraverso la musica trasmettere al pubblico qualcosa di più profondo. Per quanto riguarda il testo mi sono ispirato non solo cantanti al di fuori dell'ambito trap, ma anche ai rapper che ho sempre amato, tra i quali figurano Salmo e Noyz Narcos. A livello sonoro tendo a creare un’atmosfera cupa, tetra, qualcosa di misterioso e intrigante che risulti però anche “heavy”. Mi sono rivisto nella scena trap underground americana cercando di farla mia aggiungendo delle note stilistiche originali. Non è stato facile, mi è servito un lungo periodo di sperimentazione producendo personalmente anche i beat.
Tutti i musicisti hanno sempre ricercato delle figure che potessi affiancarli nel loro percorso, dalla gratificazioni di preziosi consigli, all’apprendimento di nuove tecniche sino alla comprensione della propria propria musica. Con clockbeats hai sviluppato un rapporto speciale, una community fatta di persone con un rilievo artistico non indifferente. Cosa significa avere una realtà che crede nella tua musica e ti porta “oggi” a realizzare il tuo primo singolo su Ogpg tra poche settimane?
Sicuramente è stata la svolta nella mia carriera da musicista.
Appena ho fatto proposto le mie produzioni ai ragazzi di Clockbeats ho ricevuto dei feedback estremamente positivi, tanto da essere stato riconosciuto artista autonomo a tutti gli effetti poco dopo essermi unito alla community come produttore. E’ una realtà ricca di professionisti capaci e determinati con tutte le competenze necessarie a portare l'artista a crescere. Mi spingono ogni giorni a migliorarmi supportando il mio lavoro: non potrei essere più felice!
Cosa ti ha spinto ad avvicinarti alla realtà di Clockbeats?
Ho conosciuto la realtà di Clockbeats per vie trasversali. Ho iniziato a frequentare lo studio di Brescia della community per imparare le tecniche del mestiere. Da qui sono partito per mostrare le mie produzioni ai ragazzi di Clockbeats che dopo averle analizzate scrupolosamente hanno deciso di supportare la mia carriera.
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