Distribuzione musicale spiegata: tariffe fisse vs percentuale sui ricavi, quale modello conviene davvero?
 
            Se hai mai provato a pubblicare la tua musica, probabilmente ti sei accorto che la distribuzione è uno dei passaggi più importanti, e anche uno dei più complicati, dell’intero percorso. Prima che i tuoi brani possano finire su Spotify, Apple Music, Amazon Music o TikTok, devono passare attraverso un distributore musicale.
E quando inizi a confrontare i vari distributori, noti subito due modelli di prezzo molto diffusi: tariffa fissa (flat fee) e percentuale sui ricavi (revenue share).
Alcuni distributori ti fanno pagare in anticipo per caricare i tuoi brani, altri trattengono una parte delle tue royalty ogni volta che generi ricavi. Entrambe le soluzioni possono avere senso, a seconda del momento in cui sei nella tua carriera e del tipo di supporto che cerchi. In questa guida spiegheremo come funzionano entrambi i modelli, ne metteremo in luce i pro e i contro, e ti aiuteremo a capire quale potrebbe essere il più adatto a te come artista indipendente.
Cosa fa davvero un distributore musicale?
Fondamentalmente, un distributore musicale ha il compito di portare la tua musica sulle piattaforme digitali di streaming (DSP) e nei negozi online. Si occupa di tutti i passaggi tecnici: preparare i file audio, caricare la cover, inserire i metadati, garantire che il rilascio venga riconosciuto correttamente e raccogliere i guadagni derivanti da streaming e download.
Ma oggi la distribuzione non si limita solo a “caricare un brano”. Molti distributori offrono servizi aggiuntivi, quali:
- Promozione e pitching alle playlist
- Analisi dei dati e insight sul pubblico
- Gestione editoriale e licenze sync
- Gestione dei diritti e riscossione delle royalty
- Supporto artistico e strumenti di marketing
In genere, possiamo distinguere due tipologie di distributori:
- Aggregatori: focalizzati soprattutto sull’upload dei brani. Paghi una tariffa fissa e tieni tutte le royalty.
- Distributori full-service: lavorano fianco a fianco con l’artista, offrendo supporto promozionale, sviluppo della carriera e relazioni di settore, in cambio di una percentuale sui ricavi.
Comprendere questa differenza è utile per capire perché i prezzi e le condizioni possono variare così tanto.
Non conosci servizi online per distribuire la tua musica? Non ti preoccupare, abbiamo preparato una guida che presenta i migliori servizi di distribuzione musicale disponibili per artisti indipendenti!
Il modello a tariffa fissa
Con il modello a tariffa fissa, paghi un importo prefissato, per ogni rilascio oppure tramite un abbonamento annuale, per distribuire la tua musica. Dopo aver versato la tariffa, mantieni il 100% delle tue royalty.
Questo modello è molto apprezzato dagli artisti indipendenti che vogliono avere il pieno controllo dei propri guadagni, senza contare su tagli o commissioni aggiuntive. È semplice, trasparente e prevedibile.
Vantaggi del modello a tariffa fissa:
- Mantieni tutti i ricavi: una volta pagata la tariffa, non ci sono trattenute nascoste.
- È conveniente se pubblichi spesso: più rilasci fai, più il costo per ogni uscita scende.
- È chiaro da gestire: sai in anticipo quanto spenderai.
Limiti da considerare:
- Se sei agli inizi o hai un budget ridotto, pagare 50 euro o più per singolo rilascio può pesare.
- Molti distributori a tariffa fissa non includono supporto promozionale o pitching alle playlist, dovrai gestire queste attività da solo.
- Alcune funzionalità (analisi, pubblicazione editoriale, rimozione, aggiornamenti) possono richiedere costi extra.
Se sei un artista attivo che sa gestire la promozione in autonomia, il modello a tariffa fissa può risultare la soluzione più conveniente nel lungo termine.
Un servizio da considerare è Matchfy, una piattaforma che unisce distribuzione musicale e promozione in un unico ambiente.
Matchfy consente agli artisti di distribuire i propri brani su tutte le principali piattaforme senza costi aggiuntivi di distribuzione. Si presenta come una soluzione integrata che permette di gestire sia la pubblicazione sia la promozione in un solo posto.

Il modello a percentuale sui ricavi
Il modello revenue share (o distribuzione basata su percentuale) funziona in modo diverso. Invece di pagare in anticipo, il distributore trattiene una porzione delle tue royalty, tipicamente tra il 10% e il 30%, in cambio di supporto professionale e servizi aggiuntivi.
Questo meccanismo è vantaggioso per chi non vuole o non può anticipare i costi, o per chi preferisce affidarsi ad un team che supporti la promozione e la crescita del pubblico.
Perché molti artisti scelgono il modello a percentuale:
- Non devi pagare finché non guadagni, facilitando il rilascio senza rischio economico.
- Il distributore è incentivato a far performare bene la tua musica, perché guadagna solo quando tu guadagni.
- Spesso il distributore si occupa di promozione, pitching, marketing e potenziali sinergie.
Svantaggi da valutare:
- Cederai parte dei tuoi guadagni per tutta la durata della vita del brano.
- Potresti avere meno controllo su timing o strategie promozionali, a seconda del contratto.
- Non tutti i distributori mantengono lo stesso livello di supporto: alcune promesse potrebbero non essere mantenute.
Questo modello è spesso ideale per artisti emergenti che cercano supporto, visibilità e un partner che condivida il rischio e la crescita.
Un modello ibrido e combinazioni possibili
Alcuni distributori propongono un modello ibrido: paghi una piccola tariffa iniziale più una percentuale ridotta sui ricavi. In questo modo ottieni un misto tra previsione e collaborazione.
Un esempio interessante nel panorama italiano è Clockbeats. È una realtà che offre più di semplici servizi promozionali: mette a disposizione studi di registrazione e una Academy con corsi professionali in produzione musicale, mix & master, sound design e promozione.
I corsi sono personalizzati a ogni livello, dai principianti ai professionisti, con lezioni pratiche e uso diretto degli studi Clockbeats con attrezzature all’avanguardia.
Questo tipo di offerta può essere particolarmente interessante per chi cerca non solo un distributore, ma anche un ambiente dove crescere come artista e produttore, con supporto tecnico e relazioni concrete nel settore.

Cosa guardare nei contratti e costi nascosti
Prima di sottoscrivere qualsiasi accordo, osserva attentamente le clausole. Ecco alcune voci che spesso vengono trascurate:
- Canoni annuali: alcune piattaforme richiedono un rinnovo per mantenere i brani attivi.
- Costi per modifiche o rimozioni: potrebbero esserci tariffe per aggiornamenti di metadati o per togliere un brano.
- Servizi extra a pagamento: pitching, licenze sync, amministrazione editoriale potrebbero non essere inclusi.
- Termini contrattuali ed esclusività: controlla la durata dell’accordo e se puoi cambiare distributore facilmente.
- Split tra collaboratori: se lavori con altri artisti, valuta se la piattaforma supporta una divisione automatica delle royalty.
Tenere a mente questi aspetti ti aiuterà a evitare sorprese indesiderate.
Quale modello scegliere?
La decisione tra tariffa fissa e revenue share dipende da vari fattori: budget, frequenza di uscita, competenze promozionali e obiettivi a medio-lungo termine.

In alcuni casi, piattaforme come Matchfy o realtà come Clockbeats possono combinare distribuzione e promozione, creando un modello misto che offre supporto e visibilità, pur mantenendo costi contenuti o modelli a abbonamento.
Conclusione
In definitiva, la scelta tra tariffa fissa e revenue share non ha una risposta universale: tutto dipende da chi sei come artista, dal tuo budget e da quanto desideri gestire in autonomia la tua carriera.
Oggi però non si parla più solo di distribuzione: realtà come Clockbeats rappresentano una nuova visione dell’industria musicale, in cui la formazione, la produzione e la promozione convivono in un unico ecosistema. Attraverso i suoi studi professionali e la Clockbeats Academy, l’azienda offre corsi di produzione musicale, sound design, mix e master, oltre a programmi di mentorship che guidano gli artisti nel percorso creativo e professionale.
 
                